#JeSuisSalvini un cazzo.

Mentre scorro la mia timeline stasera su Facebook, penso che forse per qualche giorno dovrei smettere di connettermi.

Mentre scorro la mia timeline stasera o leggo i commenti alle notizie delle varie testate nazionali, penso che dovrei smettere di connettermi per un po’.

Penso forse che dovrei disconnettermi dall’Italia per un po’.

Leggo di chi difende Salvini e condivide la sua posizione sui Rom, ma leggo anche chi si indigna alla ban ricevuto dallo stesso su Facebook.

“Bannato perché ho detto zingaro”, dice.

No, Matteo, non c’entra la parola zingaro, quanto piuttosto la tua esternazione sul radere al suolo quegli stessi campi che tu, giovane e imberbe assessore regionale, hai votato qualche anno fa.

No, signori, non esiste un #JeSuisSalvini. Smettete di paragonare il diritto di satira di Charlie Hébdo con le esternazioni di Felpetta Nera. Non avete capito niente.

Smettetela di pensare che affermare che un campo rom vada raso al suolo sia assimilabile a una qualsiasi vignetta di Charlie Hébdo perché non lo è. Odio, ecco cos’è. Odio misto a becero populismo da quattro soldi, utile solo a fomentare gli animi. Mi ricordo che negli anni ’30 anche un imbianchino austriaco utilizzò questa demagogia, ma non auguro a Matteo Salvini lo stesso successo.

#JeSuisSalvini un cazzo, amici.

Leggo anche chi “sta con la polizia senza se e senza ma”. Sì, anche io – spesso provocando discussioni accese – sto con le Forze dell’Ordine. E ci sto perché ci ho lavorato al fianco, giorno e notte in momenti di crisi. Sto con le Forze dell’Ordine perché so che al loro interno ci sono uomini e donne che stimo.

Ma no, non sto con quei poliziotti e con quei carabinieri che la notte del 21 luglio 2001 massacrarono di botte centinaia di persone. Non sto con un capo della Polizia che nel silenzio ha avvallato la violenza di quella notte.

Mi spiace, ma il 21 luglio 2001 io non sto con le Forze dell’Ordine. Non sto con De Gennaro. Non siete Stato voi, cantava un tale, ma voi siete stati e peggio ancora, tutelati dallo Stato. Anche se vi credete assolti, tanto per continuare, siete per sempre coinvolti. E non ce lo dimenticheremo.

#JeSuisPolizia un cazzo, amici. Non nella notte più lunga degli ultimi vent’anni.

Leggo di chi giustifica un uomo che oggi è entrato nel Palazzo di Giustizia, a Milano, perché la politica ci ha messi in mutande e i giudici rovinano le gente.

No, #JeSuisGiardiello un cazzo, amici. Io non posso stare dalla parte di chi impugna un’arma e preme il grilletto su gente inerme. Non posso stare con chi, condannato per bancarotta fraudolenta e convinto di essere vittima di un complotto della magistratura, impugna una pistola e ammazza tre persone.

E no, non sto nemmeno con chi dice “e ora in Parlamento a sparare”. Mi fate venire i brividi.

La democrazia è questa che facciamo su Facebook“, vedo scrivere.

Ho i brividi. Forse dovrei disconnettermi dall’umanità per un po’.

#JeSuisSalviniUnCazzo

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